Lonigo – Tar boccia vendita delle quote nella Municipalizzata: l’uomo solo al comando in cinque anni rischia di lasciare danni per decenni

9 Luglio 2020
Territorio

L’uomo solo al comando spesso rischia di fare del male alla propria comunità. Lo si vede bene negli ultimi anni a Lonigo dove una serie di tematiche importanti per l’amministrazione sono rimaste nella migliore delle ipotesi delle mere enunciazioni, quando non sono diventate realtà peggiorative per i miei concittadini.

All’ultimo capitolo della lunga telenovela che ruota attorno alla locale Municipalizzata, la cui vendita è stata bocciata dal Tar: uno dei casi peggiori, con costi legali esorbitanti, se rapportati alle dimensioni del comune.

 

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto ha accolto il ricorso presentato dai comuni di San Bonifacio e di Cologna Veneta, e dal socio privato di Unicoge, contro il comune di Lonigo, riguardanti la procedura di vendita delle quote di Unicoge promosso da quest’ultimo. La pronuncia del TAR annulla gli atti e le delibere conseguenti e credo che sia una bocciatura davvero clamorosa per una amministrazione comunale che in cinque anni ha dimostrato che spesso le vicende si chiudono, come in questo caso, in un nulla di fatto.

 

E aggiungo: per fortuna! … visto che nel caso della realizzazione del milionario palasport avremmo la vendita di un asset che produce utili e tutela i cittadini leoniceni dalle storture del mercato ultra libero, investendo il denaro della comunità in un’opera che per definizione genera costi.

La procedura era stata attivata, in tutta fretta, a ridosso della scadenza elettorale e legata alla promessa dell’amministrazione di impegnare le risorse ottenute per realizzare il tanto sognato palazzetto dello sport. Un sogno appunto, a cui lascia il posto un incubo che è quello di avere visto un centro importante come Lonigo prigioniero di scelte politiche ballerine.

Credo che le scelte adottate per temi così importanti, che incidono direttamente sulla vita dei miei concittadini, vadano condivise con le parti sociali, con la città, con spirito collaborativo, di rispetto delle regole e delle procedure, nella massima trasparenza, certamente non imposte, perlopiù a ridosso della scadenza elettorale e in piena emergenza sanitaria: poco serio per ‘l’avvocato dei cittadini’.

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