Formazione professionale – Il CFP “G. Fontana di Chiampo

23 Maggio 2016
Scuola e Lavoro

 

I centri di formazione professionale per i nostri ragazzi non hanno solo il compito di insegnare la manualità: hanno anche un importantissimo ruolo sociale, preparando un ragazzo alla vita lavorativa ed educandolo allo stare insieme.

 

INTEGRAZIONE, CONDIVISIONE, LOTTA alla DISCRIMINAZIONE SOCIALE ED ECONOMICA, FORMAZIONE DUALE, sono solo alcuni aspetti su cui questa scuola affronta ogni giorno.
Il rapporto con gli insegnati diventa unico: un mix di apprendimento tecnico, di educazione e autostima, per interagire sapientemente e umilmente nella società. Un istituto professionale dove il sistema educativo è STUDENTE-CENTRICO, definito nel mondo anglosassone col termine “Flip the class” ovvero “Insegnamento capovolto”, contrapposto al metodo della scuola tradizionale che è DOCENTE-CENTRICA, con le sue lezioni frontali e un approccio poco concreto.

INCONTRO COL DIRIGENTE ROBERTO PERIPOLI

Ho avuto il grande piacere di visitare il Cfp “Giovanni Fontana” di Chiampo e confrontarmi con il direttore Roberto Peripoli, approfondendo a 360 gradi le attività che svolge il centro, le strade occupazionali che apre agli studenti, le difficoltà e le soddisfazioni nella gestione, i progetti in atto e futuri, i limiti degli IePF e le prospettive di crescita, soprattutt in vista della nuova proposta di legge regionale che stiamo valutando in commissione.

I dirigenti degli istituti professionali vedono con grande soddisfazione le leggi del 2012-13, che hanno visto la Conferenza Stato-Regioni sottoscrivere l’accordo (leggi il cocumento) con il quale è  adottato il “Primo rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni al Quadro Europeo EQF” nel quale sono “posizionati” i titoli di studio italiani nell’ambito degli otto livelli previsti dall’EQF.
Questa comparazione e certificazione permette quindi agli studenti che hanno frequentato un CFP di far valere la qualifica o il diploma in qualsiasi stato europeo.

 

PUNTI E SPUNTI CON ROBERTO PERIPOLI

LA DUALITA’ DELL’INSEGNAMENTO – la prevalenza nei Centri di Formazione di ore destinate alla PRATICA DEL MESTIERE, permette un apprendimento più diretto e a misura di studente, sperimentando anche metodi di insegnamento capovolto (Flipped classroom), rendendo il tempo-scuola più produttivo e funzionale alle esigenze della società nell’era dell’informazione digitale, magari insegnando e  sfruttando le ricerche on-line anche durante le lezioni, consentendo agli studenti, abituati in questa società ad avere il web sottomano in ogni istante, un uso consapevole e funzionale dello strumento.
La Pratica inoltre, è affrontata col metodo del problem solving, che insegna allo studente l’affrontare coscientemente le difficoltà a cui può trovarsi di fronte nel mondo del lavoro, quanto in quello della vita. Dalla manutenzione ordinaria dei laboratori e delle classi, all’imbiancare le aule o imparare a riparare armadietti e porte che usano tutti i giorni, sono solo alcune attività volte a responsabilizzare i ragazzi, creando abitudini che si riflettono poi nell’ambiente familiare, oltre a rafforzare il lavoro di squadra con i compagni. Sicuramente non è facile trovare questo stile educativo in altre realtà scolastiche.

L’INTEGRAZIONE – Il termine integrazione ha molte sfaccettature. Nei Centri di formazione l’integrazione significa:

integrazione culturale, visto che più della metà degli studenti sono di origine extraeuropea;

integrazione della disabilità, poichè importante è garantire che lo studente disabile riesca a vivere l’esperienza formativa assieme agli altri studenti, così da essere stimolato, incluso e non emarginato.

Nodo cruciale rimane la discriminazione economica: purtroppo per la mancanza di lavoro in famiglia e le difficoltà che la crisi ha causato, molti sono i ragazzi che vengono iscritti nei centri di formazione professionale, che garantisce un inserimento facilitato nel mondo del lavoro, al termine l’età della scuola dell’obbligo.
Ma in realtà molti ragazzi, con ottime capacità e risultati spesso sopra la media, avrebbero la chance e il desiderio di continuare un percorso formativo oltre i tre anni della qualifica, magari fino all’università. Per questo sarà necessario definire meglio il percorso di scuola modulare scandito dalla qualifica del terzo anno, poi dal diploma al termine del quarto anno, ma anche l’opportunità di un  quinto anno integrativo, così da permettere allo studente di prepararsi adeguatamente per continuare con gli studi universitari.

LA DISABILITA’ NASCOSTA – molti sono gli studenti che si iscrivono nei centri di formazione e portatori di un disagio psico-fisico, alcune volte  verificato dalla struttura sanitaria nazionale, altre invece no.
In entrambi i casi il problema comunque resta: nelle scuole di formazione professionale non viene garantito alcun progetto o insegnante di sostegno per gli studenti con disabilità certificata, tanto meno per quelli che non dichiarano il disagio.
La realtà del cpf Fontana è quella di avere un progetto in collaborazione con l’ULSS di distretto (noto come programma ORIENTABILI) finalizzato a sviluppare nuove opportunità formative integrate a favore dei giovani disabili in diritto-dovere all’istruzione e formazione, un programma di aiuto e accompagnamento all’inserimento e all’apprendimento (un dato di fatto non discriminante vede che solitamente negli istituti professionale accedono ragazzi con disturbi cognitivi ma normodotati, piuttosto che diversamente abili, in quanto nella scuola si fanno molte ore di pratica in laboratorio o officina).
Su questo punto Roberto Peripoli ha le idee chiare e proposte concrete, come ad esempio un bonus alla struttura che accoglie e molte altre, che cercherò di portare come osservazioni nella discussione in commissione regionale.

COOPERATIVA SCOLASTICA – Il CFP di Chiampo sta avviando una bellissima esperienza: una cooperativa sociale che permetterà ai ragazzi non solo di progettare, realizzare e vendere i propri prodotti, ma anche di sperimentare le responsabilità di un imprenditore, capire la struttura di una impresa, apprenderne la gestione, il bilancio e la pianificazione degli obiettivi.
Un progetto, quindi, di lungo periodo che permette al ragazzo di interfacciarsi anche con il difficile mondo organizzativo e burocratico, così da essere preparato nell’affrontare un nuovo possibile progetto imprenditoriale.

 

IN CONCLUSIONE

Conoscere le diverse realtà di formazione del territorio è sempre fonte di entusiasmo per me. Professori ed educatori riescono a trasmettere tutta la fiducia e la passione che nutrono nei confronti dei loro studenti: una ricarica positiva per far sì che anche io, nel mio ruolo, continui a battermi perché vengano loro date le più belle opportunità per crescere lungimiranti e con principi sani.
Ora in REGIONE stiamo lavorando in commissione per una proposta di legge e quale migliore stakeholder se non coloro che sono in prima linea ogni giorno?
Un vivo ringraziamento al direttore Roberto Peripoli e agli insegnati del Centro di Formazione Professionale “G. Fontana” di Chiampo.

 

Nella foto in alto Roberto PeripoliCristina Guarda, le insegnanti di Laboratorio Pelletteria Pozza Valeria e Zannoni Alessia e le studentesse del corso pelletteria, giunto al secondo anno grazie a Bottega Veneta.

 

Come sempre, se volete chiedermi qualsiasi cosa sui miei post, contattatemi su scrivimi@cristinaguarda.it

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