Reintegrazione del personale sanitario No Vax: la Regione li sottoporrà a tampone settimanalmente?

7 Novembre 2022
Sanità e Sociale

Lo scorso gennaio presentai una interrogazione, ancora in attesa di risposta, chiedendo che fossero condivisi i dati sulla presenza di medici No Vax nelle strutture venete.

l nuovo Governo Fdi-Lega-Forza Italia ha deciso di abbassare la guardia nei confronti del Covid, mentre in Consiglio regionale del Veneto, la stessa maggioranza lo scorso anno aveva assunto un atteggiamento meno tollerante e più in linea con il punto di vista della comunità scientifica.

Il personale sanitario può costituire una severa minaccia alla salute dei pazienti, soprattutto quelli più fragili, nei nostri ospedali.

Come ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica, oggi non è ancora possibile proclamare la sconfitta del virus, e solamente l’approccio scientifico ci ha aiutati a superare le ondate di morte che hanno accompagnato la diffusione del virus nel nostro Paese in questi anni.

Per questoio e la collega Erika Baldin abbiamo presentato una nuova interrogazione in Consiglio regionale, per chiedere alla Giunta se, alla luce di quanto recentemente disposto dal nuovo Governo, non ritenga necessario introdurre l’obbligo per il personale reintegrato e non vaccinato di sottoporsi a tampone con cadenza settimanale.

La posizione formalizzata dal Governo appare come un intollerabile colpo di spugna nei confronti di chi si contraddistingue per un approccio, che nulla ha a che fare con quei presupposti scientifici che stanno alla base della sua professione.

Attendiamo inoltre di conoscere i contenuti della circolare predisposta dalla Regione, che avrebbe superato il vaglio del Cts, in particolare per quanto riguarda la facoltà delle Ulss di escludere del personale no vax dai reparti a rischio.

Anche stavolta ogni Ulss andrà per conto suo? Con quali criteri? C’è una questione di trasparenza, ad esempio vorremmo sapere quali siano in dettaglio i reparti considerati a rischio.

Auspichiamo inoltre che le Ulss si confrontino con le organizzazioni sindacali in questa fase delicata per i pazienti, per i lavoratori e per l’intero sistema sanitario regionale.

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