Payback in sanità, scelta sbagliata che oggi rischia di mandare gambe all’aria il sistema sanitario regionale

26 Gennaio 2023
Sanità e Sociale

Rendere di fatto compartecipi le imprese del settore sanitario nella programmazione economica dei bilanci regionali sanitari e dunque nella gestione della sanità stessa non è stata, a suo tempo, una grande idea.

Tanto è vero che oggi il bizzarro meccanismo del payback, una ibridazione impossibile in quei termini tra economia di stato e libero mercato, ci rende il salatissimo conto, visto che le aziende oggi obbligate a riversare al bilancio regionale quanto speso in più e accertato in termini di scostamento dal tetto di spesa hanno già praticamente manifestato il tragico corno del dilemma, che possiamo riassumere così: o pagano il dovuto per legge e di conseguenza rischiano di fallire e non poter più produrre i dispositivi medici di cui il sistema ha bisogno, oppure non pagano generando un buco di bilancio di parecchi milioni di euro.

In ogni caso, le conseguenze per il Veneto sarebbero disastrose, visto che negli anni considerati dalla ricognizione ministeriale, la nostra Regione da benchmark è nella top five delle regioni che hanno ‘sforato’ di più.

Per questo, nella giornata odierna, ho chiesto agli Assessori regionali alla sanità e al bilancio come intendono intervenire per preservare il sistema sanitario veneto dalle possibili ricadute, quali sono le ULSS maggiormente interessante dagli scostamenti e quali i dispositivi medici forniti.

La proroga al 30 aprile 2023 stabilita dal governo Meloni è solo atto di temporeggiamento motivato dalla evidente necessità di intervenire, che però non acquieta dubbi e paure sul futuro del sistema sanitario del Veneto

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