Gioco d’azzardo – Dalla V commissione una buona legge, la Giunta però la vanifica!

4 Settembre 2019
Sanità e Sociale

RESOCONTO DELL’APPROVAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE SUL GIOCO D’AZZARDO

Una storia che ha dell’incredibile!

Una legge regionale (l’autonomia legislativa che già abbiamo!) può essere efficace o fittizia, tutto sta nella volontà politica della maggioranza. Dopo avervi raccontato le mie proposte di modifica, vi racconto ciò che è successo nella discussione in aula.

Partiamo dal lavoro della V Commissione

Quattro erano le Proposte di Legge depositate in Consiglio regionale contro la lotta al Gioco d’Azzardo Patologico ed i disturbi da esso causati. In Commissione Quinta, che si occupa di sanità e sociale, ne esce una buona proposta di legge (qui potete il testo unificato per l’aula, su cui abbiamo proposto i nostri emendamenti – che potete leggere cliccando qui: le mie proposte).

Ma il giorno prima dell’approvazione del progetto in Consiglio, la Giunta presenta un emendamento: esclude gli esercizi esistenti dal rispetto di distanze minime obbligatorie dai luoghi sensibili!

In poche parole, dove ad oggi esiste anche solo una slot machine, che sia a ridosso di una scuola o asilo, di una chiesa o un oratorio, di una casa di riposo o di qualsiasi edificio di aggregazione, non ci sarà alcun intervento di prevenzione e protezione dei cittadini, nemmeno dei più vulnerabili: a causa della Giunta non dovranno rispettare la distanza di almeno 400 metri dai luoghi sensibili.

Il Piemonte, invece, aveva deciso già nel 2016 di agire anche sugli esercizi esistenti ed i risultati della sua buona legge non si sono fatti attendere: mentre in Italia, Veneto compreso, il gioco d’azzarda aumenta del 5,3%, in Piemonte le giocate diminuiscono del 10%: insomma, mentre i piemontesi imparano a non sprecare più così tanto denaro in azzardo, in Veneto la politica accontenta le Lobbies dell’azzardo, accolte in Consiglio a poche ore dalla discussione della legge.

Lascio a voi le considerazioni, visto che io sono rimasta amareggiata nel vedere politici incapaci di emulare scelte coraggiose e vincenti, finendo per piegarsi alle volontà degli imprenditori che guadagnano sulla pelle di chi gioca e scommette, anziché proteggere i Veneti.

Il problema azzardo esige scelte forti da parte della politica, non figlie di convenienze economiche. Lo dobbiamo non solo alle famiglie colpite oggi dalle azzardopatie, che soffrono tantissimo sia personalmente che economicamente, ma anche ai futuri adulti del Veneto, che fin d’ora non devono essere esposti ai rischi e non devono pensare sia “normale” una giocata o due.

Qui il mio intervento in aula nel momento della votazione degli emendamenti di Giunta

I MOTIVI DELLA MIA CONTRARIETA’

All’inizio la legge si basava su alcuni principi:

  • la DISTANZA dei punti di gioco dai luoghi sensibili come scuole, chiese, luoghi di aggregazione etc.;
  • la PREVENZIONE cioè informazione sui rischi, soprattutto nelle scuole;
  • la CURA, gestita con i fondi di ripartizione nazionali.

Ho contestato le modifiche proposte all’ultimo sul primo principio, la distanza dai luoghi sensibili. L’emendamento presentato della Giunta e votato dalla maggioranza comporta che l’articolo 7 (che prevede 500 metri di distanza dai luoghi sensibili – ridotto a 400 metri da un’altro emendamento del relatore), non sia retroattivo e quindi applicato solo per i nuovi esercizi. L’articolo sulle distanze della Legge Regionale del Piemonte (inizialmente copiato dal Veneto pari pari), invece si riferisce anche agli esercizi esistenti e stabilisce un arco temporale per l’adeguamento.

Capite bene che la legge sarà inefficace, perché il nostro territorio è già capillarmente coperto da punti di gioco, che continueranno a invitare giovani, adulti e anziani all’azzardo.

IL MIO INTERVENTO IN AULA ALL’INIZIO DELLA DISCUSSIONE (durante il quale molti sono stati i brusii, le provocazioni lanciate da alcuni colleghi)

LA NUOVA TASSA REGIONALE

L’unica cosa sicura, a svantaggio dei punti di gioco (bar con slot machines, sale da gioco, casinò etc…) è l’aumento della tassa regionale, l’IRAP, dello 0,92% .

In due leggi finanziarie (bilancio 2015 e 2016) la Regione Veneto aveva già cercato di mettere una Tassa del genere, ma ovviamente nei 4 anni successivi non ha MAI FATTO LA DELIBERA ATTUATIVA!

 

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