#GuardaPensiero: disabilità. E la nostra?

28 Febbraio 2017
Sanità e Sociale

DISABILITÀ. E LA NOSTRA? MARCO MI HA RESA UN PO’ PIÙ ABILE.

In questi giorni ho letto con grande rispetto le parole di Dj Fabo. Mi hanno colpito e ho provato a sentire mia la Sua sofferenza e la Sua vera voglia di Luce. La sua è una storia così delicata e preziosa che non me la sento di “dire la mia” sulla sua scelta. Non sento di averne la facoltà.

MA VORREI DIRE QUALCOSA A NOI, uomini e donne all’apparenza capaci d’ogni cosa. Cosa facciamo nella vita di ogni giorno per far sentire Amati chi, rispetto a noi, ha qualche difficoltà in più?

LA NOSTRA DISABILITÀ, spesso, È L’ASSENZA DI AMORE!
Oltre a scrivere, indignarsi o ricordare sui social, COSA FACCIAMO nella vita di tutti i giorni PER FAR SENTIRE AMATO chi ha una disabilità? Come li guardiamo quando li incontriamo per strada? Come li salutiamo? Progettiamo assieme a loro? Creiamo con loro? O più semplicemente… rispettiamo il loro diritto al posto auto riservato?

A me l’ha insegnato MARCO, un ragazzo vicentino fenomenale: ho letto un libro che parla di lui, “Compagni di Viaggio”, pubblicato dai suoi amici.
Lui era un fenomeno: bloccato su una sedia a rotelle, parlava solo attraverso un computer, ma raccontava di cose straordinarie. È per questo che oggi il GUARDA-PENSIERO prende in prestito le parole di Marco Amato Bettiol, il mio Maestro: vorrei condividerle perché leggendole possiate anche voi assaporare la Sua profonda passione per la vita e la riconoscenza per chiunque la scorgesse nei suoi occhi scuri!

“Caro amico diario, a volte mi chiedo che cosa porto agli altri oltre il mio essere diverso, so che la prima cosa che si vede è questo corpo senza tono, gli occhi che difficilmente incrociano e sostengono uno sguardo e mani che da sole poco riescono a fare.

A volte, fedele amico, si parla di me senza tenere conto della mia presenza, mi si parla senza tenere conto che ogni parola per me ha un peso e un valore. In altre situazioni, occhi doloranti mi osservano e nulla cercano o vedono se non un povero essere che la vita ha castigato. Invece in me, speciale pagina, c’è vita, in me scorre energia, ci sono pensieri, parole ed emozioni celate dall’impossibilità di parlare. In me ci sono idee e temperamento, io ascolto e porto dentro delle chiare idee, ho opinioni su fatti e persone e preda di rabbia e ansia, a volte, è il mio cuore.

Caro diario, io non rido a crepapelle e lotto ogni giorno per far vedere che il mio corpo esternamente non sano, internamente è tutto vitale e ricco. Molte persone in me vedono della vitalità, e allora io riesco a dare e a farmi conoscere. La mia mente produce e oggi io posso comunicare tutto questo a te, mio cartaceo amico, riuscendo a dire che cosa penso, e ritrovando in me le stesse emozioni dei miei compagni. Diversa è la mia vita, e difficile è spiegare quanto, ma sono sostenuto e amato da molte persone che in me vedono una persona vera, che può dare e trasmettere, che può imparare e perché no, anche insegnare.

Caro diario, io sono Marco, sono un ragazzo delle scuole medie e oggi ti ho raccontato di me cose che per molti sono scontate, per molti saranno banali, ma io le ho puntualizzate. Io sono un ragazzo con interessi, mi piace il calcio e vera soddisfazione è guardare le partite di Alberto, il mio piccolo fratellino con piedi professionisti, sono amante dei libri e di storie avventurose e passeggiare è piacevole quando sono in buona giornata.
Osservo curioso ciò che mi sta attorno e ad occhi chiusi ascolto, quello che il mondo racconta.”

 

Che ne dite di perfezionare, allora, la nostra abilità d’Amare? Sai che gioia si prova allora nel contribuire al sorriso di chi incontriamo?

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