Approvata la riforma della Sanità: cosa cambia e cosa manca

22 Ottobre 2016
Sanità e Sociale

Lettera dei consiglieri regionali del 21/10/2016 (scarica qui)

 

Dopo 4 mesi e 130 ore di sedute in aula consiliare, il 20 ottobre è stata approvata la proposta di legge n. 23 che riforma la governance della sanità veneta, attraverso l’istituzione dell’Azienda Zero e l’accorpamento di alcune ULSS.

Su questo provvedimento il Gruppo del Partito Democratico, in accordo con tutta l’opposizione, ha chiesto di non contingentare i tempi del dibattito d’aula, facoltà concessa a ciascun presidente di gruppo per una sola volta nell’arco di cinque anni di legislatura.
La posta in gioco era infatti della massima importanza: garantire la qualità  e l’equità territoriale dei servizi di cura per la salute di tutti i cittadini, salvaguardando il modello veneto di integrazione sociosanitaria, decisamente compromesso nella versione originaria della proposta di Zaia portata in aula a giugno.
La scelta di prolungare il dibattito in Consiglio è stata inoltre motivata dalla necessità di arginare il rischio di un accentramento di potere nella gestione finanziaria del settore sanitario, che vale circa 9 miliardi di euro, ovvero il 75% delle risorse regionali messe a bilancio.

Ora che l’iter si è concluso, riteniamo opportuno aggiornarvi sull’esito della discussione e su quanto ottenuto con il lungo e impegnativo lavoro d’aula.

AZIENDA ZERO

Di fatto, della proposta iniziale del presidente Zaia è rimasto solo il nome dell’ente. Sotto la spinta della nostra azione emendativa, da “dominus” del sistema l’Azienda Zero è stata trasformata in agenzia a servizio delle ULSS e delle Aziende ospedaliere con funzioni strumentali alla gestione di determinati servizi (logistica, acquisti, personale, affari legali, informatizzazione del sistema…), sottoposta all’indirizzo e al controllo della Giunta e del Consiglio regionale e coordinata dal Comitato dei Direttori Generali delle ULSS e delle Aziende ospedaliere.

– L’Azienda Zero
non avrà competenze sui project financing;
non fungerà da servizio ispettivo alle dipendenze della Giunta;
non sarà inizialmente gestita da un Commissario, soluzione invece prevista nella proposta Zaia.

– Il Consiglio regionale manterrà in forma rafforzata l’attività ispettiva.

 

AREA DEI SERVIZI SOCIALI E  TERRITORIALI

Sempre attraverso il nostro lavoro emendativo, è stata completamente riscritta la parte della legge riguardante le funzioni in materia di servizi sociali.
Si tratta di un grande risultato che soddisfa pienamente la richiesta, espressa da tutte le Conferenze dei Sindaci, di salvaguardare l’organizzazione territoriale dei servizi sociali e il ruolo dei sindaci stessi.

– Le Conferenze dei sindaci
Le Conferenze dei Sindaci delle attuali ULSS diventano Comitati dei Sindaci di Distretto:
manterranno le competenze di approvazione del bilancio sociale, del piano di zona e della non autosufficienza;
esprimeranno il parere sulle schede di dotazione territoriale e sull’attivazione delle medicine di gruppo.

– Direttore dei Servizi socio-sanitari
La figura del Direttore dei Servizi sociali e della Funzione territoriale era inizialmente soppressa nella proposta Zaia. Abbiamo ottenuto la sua reintroduzione nelle nuove ULSS: si chiamerà Direttore dei servizi socio-sanitari e sarà coadiuvato da un Coordinatore del Sociale previsto in ogni Distretto.

– Il Piano straordinario per la riduzione delle liste d’attesa rappresenta un importante risultato raggiunto attraverso la nostra azione in aula.

Anche altre nostre richieste hanno ottenuto una risposta positiva che si tradurrà in atti concreti nei prossimi mesi:
– la determinazione e la copertura del fabbisogno del personale medico negli ospedali entro la fine del 2017;
– l’aumento dei posti letto di ospedale di comunità;
– l’attivazione della tessera sanitaria elettronica entro il 2017;
– l’attivazione delle medicine di gruppo integrate.
– l’attivazione dell’Osservatorio sulla riforma, anche ai fini di valutare l’andamento gestionale delle nuove Ulss.
– la possibile attivazione, previa richiesta dei sindaci, di eventuali altre ULSS.

Un’altra serie di misure, da noi proposte perché di rilevante importanza per la qualità dell’assistenza in Veneto, non sono state accolte dalla Giunta regionale. Tra queste segnaliamo le richieste di
– diminuire l’Irap per le Ipab;
– alzare la soglia di esenzione del ticket;
– fissare le rette standard per i servizi ai disabili;
– rendere gratuite le cure odontoiatriche per i cittadini in difficoltà economica.

 

NUOVE ULSS

Purtroppo il diritto alla salute dei Veneti, che dovrebbe essere ugualmente garantito in tutti i territori a tutti i cittadini, è stato subordinato all’esigenza del Presidente Zaia di mantenere gli equilibri politici interni al suo partito, la Lega. Col risultato che invece di approvare le sette Ulss provinciali inizialmente proposte, Zaia ha dovuto aggiungere due ULSS nelle cui zone non c’è il capoluogo di provincia, (ma vi risiedono, tra gli altri, il capogruppo della Lega e il Vicepresidente della Giunta regionale: pura coincidenza?) negando tale possibilità ad altre specifiche richieste territoriali. Ne è uscito uno scenario incoerente, caotico e disomogeneo, con Ulss da 200.000, 400.000 e 900.000 abitanti!

 

LA NOSTRA VALUTAZIONE COMPLESSIVA

Come opposizione ci siamo battuti affinché prevalessero le logiche dell’efficienza, del risparmio e dell’equità di trattamento dei territori e dei cittadini, fissando criteri oggettivi per disegnare le nuove ULSS. Abbiamo trovato di fronte a noi un muro di indifferenza, che ha diviso il Veneto e i Veneti in cittadini di serie A e di serie B, ovvero cittadini che potranno avere delle opportunità ad altri negate. Non è questa la riforma che serviva al Veneto, non è questo che chiedeva la gran parte delle Conferenze dei sindaci. Forte di queste motivazioni, il PD assieme agli altri schieramenti dell’opposizione, ha espresso voto contrario alla riforma.

Quella approvata infine è una riforma che deve recuperare le indecisioni gestionali degli ultimi due anni, fonti di criticità in molte Ulss e di indebolimento della sanità veneta che appare sempre più incerottata e meno eccellente. La sua attuazione, a partire dal prossimo gennaio, è però condizionata da scelte che non sono state chiarite in questa legge.
Come avverrà, ad esempio, il riparto del fondo sanitario? Quali saranno i criteri dei nuovi atti aziendali? Come si procederà alla revisione delle schede ospedaliere?
Siamo riusciti a migliorare molte cose, ma molto resta ancora da fare per assicurare alla comunità veneta una risposta efficiente ai crescenti bisogni di salute e di inclusione sociale.
Continueremo la nostra azione a fianco degli amministratori locali e degli operatori sanitari per garantire l’uguale diritto alla salute di tutti i cittadini in tutti i territori del Veneto.

Cristina Guarda, Alessandra Moretti, Claudio Sinigaglia, Bruno Pigozzo, Orietta Salemi, Graziano Azzalin, Stefano Fracasso, Piero Ruzzante, Andrea Zanoni, Francesca Zottis

 

Scarica la lettera in pdf

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