Von der Leyen sceglie la destra: noi non ci stiamo
Alla fine abbiamo votato contro la nuova Commissione proposta da Ursula Von der Leyen, come vi anticipavo ieri. E lo abbiamo fatto per una questione di principio e di visione politica.
Non possiamo accettare una Commissione debole sul clima e che torna all’austerità. Una UE che affida incarichi chiave a Raffaele Fitto, meloniano, e Oliver Varelyi, fedelissimo di Viktor Orban, compromettendo i valori antifascisti e democratici dell’Europa.
Un’altra scelta era possibile, invece i popolari hanno voluto guardare a destra. E ogni scelta ha le sue conseguenze.
A luglio ho dato fiducia a Von der Leyen, pur con grande fatica. L’ho fatto per evitare uno spostamento verso l’estrema destra che avrebbe potuto danneggiare politiche sociali e ambientali fondamentali. Tuttavia, Von der Leyen e il PPE hanno scelto di aprire a destra: un passo indietro che temevamo.
E che si è rivelato controproducente anzitutto per loro, come dimostra l’esito della votazione di oggi. Von der Leyen perde 31 voti rispetto al voto di luglio, ottenendo solo il 51% di favorevoli, la maggioranza più bassa della storia europea. È una Commissione più debole e piena di contraddizioni. Senza una posizione condivisa su diritti civili, transizione ecologica e relazioni internazionali, soprattutto con gli USA di Trump.
La scelta di oggi, che ci pone fuori dalla maggioranza, non è stata facile, né presa a cuor leggero. Ma era l’unica possibile: è una questione di coerenza e rispetto per chi rappresentiamo. Non siamo qui per accontentarci o per accettare compromessi che tradiscono i nostri valori. Siamo qui per costruire un’Europa giusta, sostenibile e solidale.
Il mio impegno è chiaro: continuerò a difendere politiche che mettano al centro la giustizia climatica, sociale e i diritti civili, lavorando ogni giorno per chi crede in un’Europa, un’Italia e un Veneto migliori.
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