Europa Verde su nuovo PFV del Veneto.
Il nostro lavoro sul Nuovo Piano Faunistico Venatorio del Veneto.
Il Consiglio regionale del Veneto ha appena approvato, a larga maggioranza, il nuovo Piano Faunistico Venatorio.
Sono stata correlatrice del progetto di legge in aula dato che fin dal principio mi sono occupata di far evidenziare i grossi limiti di questo provvedimento.
Innanzitutto, come previsto dalla legge 157 del 1992 e dalla legge regionale 50 del 1993, affrontare un PFV dovrebbe consentire di conoscere le caratteristiche, l’evoluzione e le straordinarietà dell’habitat e delle creature che hanno abitato e abitano il proprio territorio, per capirne l’utilità, la storia, la diffusione e le minacce che mettono a rischio la loro sopravvivenza, dal clima alle emergenze ambientali che modificano l’habitat, dalle specie di fauna o flora esotiche all’intervento e le cattive abitudini dell’uomo.
Purtroppo, fin dalla presentazione in Commissione regionale, il testo è parso evidentemente distante da questi obiettivi.
Questo piano rifiuta completamente la sua funzione faunistica, per in realtà gettarsi completamente a ciò che è un’evidente priorità politica di questa maggioranza: dedicarsi alle associazioni venatorie.
Ad esempio, sulla quota di territorio servito da istituti di protezione della fauna si è fatto il meno possibile, rimanendo a malapena all’interno delle percentuali minime previste dalla legge nazionale e riducendo molte delle aree esistenti.
Eppure, per espressa disposizione di legge (art. 12, comma 1, della Legge n. 157 del 1992) l’attività venatoria si svolge per una concessione che lo Stato rilascia ai cittadini che la richiedano e che posseggano i requisiti previsti dalla legge.
Invece, in Veneto, abbiamo invertito il tutto: è un diritto assoluto dei cacciatori poter cacciare, è un mero interesse dei cittadini richiedere la tutela della fauna o di sottrarre il proprio fondo alla caccia.
Su questo aspetto, grazie ad un nostro emendamento, siamo riusciti almeno a semplificare le procedure utili ai cittadini che intendono sottrarre le loro proprietà dal passaggio di cacciatori armati.
Mentre è stata respinta qualsiasi proposta utile a rendere facilmente identificabili i cacciatori.
COSA ABBIAMO PROPOSTO
Ribadendo come questo piano avrebbe dovuto essere anzitutto FAUNISTICO, non solo venatorio, durante il dibattito ho ricordato in aula come stia crescendo e sviluppandosi la coscienza sociale rispetto ai rischi a cui sottoponiamo la fauna, sovraesposta a causa dell’emergenza climatica, della presenza antropica sempre più invadente, dell’aumento delle temperature, ecc.
Per queste motivazioni, abbiamo presentato una manovra emendativa suddivisa lungo due linee direttrici.
- La prima avente scopo di intervenire con più decisione nell’obbligatorio lavoro per la garanzia della fauna selvatica e dei loro habitat, che rendono così attrattivo e bello il nostro veneto.
- L’altra mirata ad ottenere un perfezionamento del regolamento e degli statuti, in modo tale da obbligare il mondo venatorio a correggere gli errori che fino ad oggi hanno portato ad un incremento costante di denunce e danni ambientali e sociali.
In particolare, abbiamo lavorato per:
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OK MISURE PER LA RIDUZIONE DEL DISTURBO ANTROPICO:
approvato un intero nuovo articolo dedicato alla conoscenza e alla pianificazione di interventi utili a ridurre l’impatto della presenza dell’uomo negli habitat: prevenire le collisioni degli uccelli su ostacoli trasparenti come finestre e vetrate, potature, sfalci e pratiche agronomiche a tutela degli habitat destinati alla riproduzione di molte specie animali o ancora per la creazione di aree verdi a misura di fauna nelle zone più urbanizzate. Vengono poi introdotte buone pratiche utili alla gestione dei flussi turistici e di attività ricreative/sportive in aree naturali (es. maggiore attenzione per i nidi nelle pareti rocciose utilizzate per attività sportive e per l’impatto del turismo invernale sul letargo degli animali).
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SOS CINGHIALI:
Bocciata la nostra proposta di divieto dell’uso della tecnica delle girata nella caccia al cinghiale, anche se nessuno ha messo in discussione i nostri rilievi su pericolosità e scarsa efficacia, rischiando la dispersione o l’abbattimento della matrona, mentre è pericolosissima la gittata del proiettile, specie nei nostri colli o monti, frequentati da molte persone, di giorno e di notte.
Per Europa Verde il contenimento delle specie invasive non può tradursi nel mero ricorso alle armi da fuoco.
Sono oggi disponibili strumenti come il controllo fertilità che possono portare a risultati migliori rispetto al semplice abbattimento.
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NO A PIANI PER ERADICARE A MONTE: per poter puntare all’eradicazione delle specie esotiche o invasive bisogna agire tempestivamente. Da qui la nostra proposta di emendamento, condiviso con SOS Anfibi, che implicava una azione a partire dalle prime rilevazioni, senza attendere che una espansione fuori controllo crei problemi poi difficilmente risolvibili.
Purtroppo questa nostra proposta non è stata accolta perché ritenuta gravosa in termini organizzativi: GRAVISSIMO, considerato il forte impatto di alcune specie che nel tempo hanno assunto dimensioni numeriche tali da rendere quasi impossibile il loro contenimento.
Continueremo quindi a proporre alternative valide all’abbattimento con metodi meno cruenti quali: la sterilizzazione, il controllo della fertilità, il contenimento in strutture o presso privati dove sia possibile evitare l’accoppiamento e la riproduzione.
Quest’ultimo punto risulta essere particolarmente sensibile poiché in contrasto con D. Lgs n 230/2017 che prevede il divieto assoluto di detenzione da parte di privati di specie alloctone invasive.
Proprio per questo serve un intervento istituzionale capace di risolvere una questione che molto spesso si trovano a dover affrontare spesso amministrazioni comunali, forze dell’ordine e privati cittadini. Si rende quindi necessario definire strutture dedicate, gestite da associazioni competenti e riconosciute, evitando di lasciare il cittadino o gli enti locali in balia di un vuoto organizzativo facilmente risolvibile.
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NO A OBBLIGO RISORSE DEI CACCIATORI PER RICOSTITUZIONE HABITAT:
Abbiamo inoltre proposto che almeno il 50% delle risorse di ATC e COMPRENSORI ALPINI fosse destinato alle misure di riqualificazione degli habitat, al ripopolamento delle specie ove necessario o al recupero della fauna in difficoltà.
Un atto dovuto, a nostro parere, soprattutto alla luce del supposto spirito ambientalista che caratterizzerebbe molti cacciatori nostrani secondo l’opinione di molti consiglieri della maggioranza consiliare: uno spirito ambientalista che però si è magicamente dissolto al momento della votazione del nostro emendamento;
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NO A OBBLIGO AZIONI DISCIPLINARI:
Un’altra nostra proposta riguarda l’obbligo di azioni disciplinari nei confronti di soci di ATC e Comprensori che con le loro azioni violano la disciplina venatoria, quale ne sia la fonte ( legge; regolamento; statuto).
La nostra proposta è stata accolta solo in parte rendendo tali azioni disciplinari facoltative e andando così a vanificarne l’utilità.
Presteremo comunque molta attenzione al passaggio in commissione consiliare – voluto e ottenuto da Europa Verde già in fase di istruttoria – per la definizione dei criteri a cui devono attenersi gli Ambiti territoriali di caccia e i Comprensori alpini nell’adozione del regolamento e delle procedure.
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SI’ A SEMPLIFICAZIONI PER ESCLUSIONE TERRENI:
Abbiamo particolarmente insistito sulla necessaria semplificazione delle procedure di richiesta per l’ ESCLUSIONE DI TERRENI PRIVATI DALL’ATTIVITÀ VENATORIA (PS: vuoi preservare il tuo terreno dalle incursioni dei cacciatori? Allora leggi il volantino in allegato). Infatti, è al nostro intervento che va fatta risalire l’eliminazione dell’obbligo di relazione certificata, in futuro sarà sufficiente una semplice relazione tecnica, senza la cartografia in formato SHAPEFILE. Un formato complesso e non alla portata di molti cittadini. Inoltre è stato portato da 30 a 60 gg il limite di tempo utile alla presentazione della domanda che sarà ora possibile presentare ogni 5 anni, anche in presenza di proroghe (evitando quindi che si ripresentino le stesse carenze segnalate da molti cittadini in questi ultimi 10 anni!).
- NO ALLA CANCELLAZIONE TETTO MASSIMO TERRENI: Rimane purtroppo il limite dell’1% dell’intera superfice escludibile, questo rischia di penalizzare molti proprietari terrieri in possesso dei requisiti indicati nella legge nazionale, andando a favorire le richieste esclusivamente per un ordine cronologico della presentazione della domanda.
Lo spiego meglio in questo video
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SI’ A VANTAGGI PER AGRITURISMI, FATTORIE SOCIALI E DIDATTICHE
che apriranno o che avranno acquistato terreni dopo il 2022 (e quinti a termini chiusi per la richiesta di esclusione), potranno presentare l’eventuale richiesta ogni anno, senza attendere la finestra fissata per il 2027 e SENZA LIMITI DI SUPERFICIE. Un passo avanti nonostante riguardi solo una piccola porzione della cittadinanza.
ATTENZIONE: entro 60 giorni dalla pubblicazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio, sarà una delibera a definire quanto necessario alla presentazione della richiesta di sottrazione dei terreni dalla attività venatoria. VI TERREMO AGGIORNATI.
ECCO UN PRIMO VADEMECUM PER LA DOMANDA DI ESCLUSIONE DEL TERRENO DALL’ATTIVITA’ VENATORIA
NUOVE AREE AD OASI E ZRC
Ci siamo inoltre battuti coi denti per difendere ed incrementare le Oasi protette e le ZRC. La maggioranza in Consiglio regionale aveva cercato di approvare un Piano faunistico non rispettoso di quanto previsto dalla legge nazionale, provando a diminuire sensibilmente queste aree così necessarie alla sopravvivenza della fauna. Il nostro impegno, fina dall’inizio dei lavori in Commissione regionale lo scorso luglio, ha consentito un incremento, tuttavia ancora non sufficiente, delle aree ad Oasi o Zone Ripopolamento e Cattura.
VICENZA
In questo contesto, La provincia di Vicenza risulta essere la più penalizzata con un misero 5% di aree protette, nonostante l’incremento di qualche decimo della superfice interessata; siamo riusciti a ricostituire, grazie ad un lavoro di squadra tra tutti i consiglieri, la precedente ZRC di Fimon, che era già stata ampliata in Commissione dopo il tentativo da parte della Maggioranza di ridurla drasticamente. (Europa Verde aveva proposto la trasformazione di questa area in Oasi, ma di questo aspetto torneremo ad occuparci in futuro.)
- Abbiamo poi ottenuto la realizzazione di una ZRC a Trissino presso le Rotte del Guà, precedentemente escluse da questo tipo di tutela nonostante il loro enorme valore dal punto di vista ecologico frutto dell’interdizione alla caccia degli ultimi anni, dovuta alla presenza del cantiere per il Bacino di laminazione. Merita rilevare il riconoscimento delle nuove aree ad Oasi o ZRC: Vegre di Caldogno, Poscole, Ponte di Lupia e Bosco del Quarelo (in centro a Vicenza). RESPINTE, purtroppo, le nostre proposte sulle Risorgive a Novoledo-Dueville (Vi).
Un approfondimento lo trovi qui –> https://www.facebook.com/guarda.cristina/photos/a.1370485383141282/1738084799714670
VERONA
Per quanto riguarda Verona, nessuna delle nostre proposte è stata accolta, alcune aree ad oasi e zrc sono state ricorse. Ciononostante segnalo la creazione di una nuova area ZRC ad Oppeano che andrà a sostituire la precedente, la quale risultava essere molto più piccola e poco funzionale.
TUTTE LE INFORMAZIONI SU VERONA LE TROVI QUI, compresa la lista delle nostre proposte –> https://www.facebook.com/guarda.cristina/photos/a.1370485383141282/1745263742330109/
TREVISO
Possiamo gioire per l’accogliento della nostra proposta di realizzazione di una ZRC a Vazzola, come richiesto dai cittadini del luogo, esasperati dalla eccessiva pressione venatoria, un piccolo risultato che però non cancella i tanti no: li spiego a questo link –> https://www.facebook.com/guarda.cristina/photos/a.349196241936873/1740164639506686/
PADOVA
Padova potrà ora contare su Selvazzano, come richiesto anche dalla stessa maggioranza. A breve un approfondimento
ROVIGO
Rovigo risulta essere la provincia più ricca di aree ad Oasi con il suo 35%. Ma ci sono 2 contraddizioni: bocciate le nostre proposta tra cui quella di includere tra le zone protette anche Paltanara: un lembo di terra utilizzato come corridoio dalla Fauna tra due sponde del Parco del Delta. Purtroppo questa zona risulta essere di notevole interesse per molti cacciatori.
Un approfondimento lo trovi a questo link –> https://www.facebook.com/guarda.cristina/photos/a.1370485383141282/1743951109128039
VENEZIA
Venezia ha una situazione più o meno accettabile: le richieste delle associazioni ambientaliste, avanzate alla Provincia nel 2013 sono state per lo più accolte. Ma le aree di tutela nel veneziano hanno una superfice ampia anche perchè è stata inclusa un’area Oasi in Laguna sud, un territorio decisamente inospitale per la fauna e la sua riproduzione. Inascoltata la nostra richiesta di sostituirla con altre aree più adatte biologicamente.
Continueremo nella nostra azione per correggere questo grossolano errore, voluto, ma anche per inserire una nuova area ad Oasi gravemente esclusa da questo Piano: le BARENE DI CAMPALTO, gronda lagunare presso Mestre.
Complessivamente nella nostra Regione la superfice destinata alle Oasi o ZRC rimane insufficiente, perché poco superiore a quel 20% minimo definito dalla legge nazionale e raggiunto solo grazie alla grande Oasi lagunare che non presenta però caratteristiche adeguate.
Per questo la nostra azione non finisce qui: ogni anno, durante le varianti regionali previste ora dal piano, provvederemo a riproporre nuove zone, assieme ad associazioni e cittadini.
Insomma, avremmo voluto un vero Piano che si occupasse di fauna.
Ancora una volta il Veneto sembra considerare prioritarie invece le richieste del mondo venatorio.
Questa è il Veneto che Zaia e i suoi consegneranno alle future generazioni, a quelle generazioni che forse non avranno il privilegio di conoscere tutte le specie animali presenti oggi in Veneto.
Vi lascio con l’ultimo mio intervento, in dichiarazione di voto, ma non prima di ringraziare con tutto il cuore tutti coloro che hanno sensibilizzato, condiviso, costruito le proposte con me.
Vi ricordo di scrivermi per qualsiasi osservazione o suggerimento a scrivimi@cristinaguarda.it
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