Pfas – Aggiornamento Screening: la situazione non è affatto rosea

9 Gennaio 2020
Ambiente

Esce aggiornato al 18 dicembre, il nuovo report sullo Screening Pfas: una situazione non così rosea.

 

Nei prossimi giorni incontrerò alcuni medici per analizzare nel dettaglio queste sintetiche informazioni contenute nell’11 Rapporto.

Nel frattempo, però, ogni volta che leggo gli aggiornamenti, mi si stringe il cuore e mi induce sempre ad agire, ribadendo ciò che da sempre sostengo: le percentuali non cambiano e i dati?

I dati ci stanno dicendo che l’esposizione è stata altissima , più di ogni altra contaminazione da Pfas nel mondo, ma che non sono né precisi, né utili scientificamente, né utili per la popolazione.

Perché?
1. Non confrontano le condizioni fuori dalla Zona Rossa;
2. Non seguono un vero disegno epidemiologico (vedi foto);
3. Non prevedono un follow up, confrontando l’evoluzione dei singoli casi, accompagnando e controllando le scelte di vita quotidiana;
4. Non verificano e consigliano buone pratiche per accelerare l’abbassamento delle concentrazioni;
5. Non analizzano dati sanitari storici;
6. Non verificano lo stato dei soggetti più esposti a effetti tossicologico: donne in gravidanza e bambini – neonati, malati con patologie correlate.

Colesterolomia alta, ictus o ipertiroidismo sono patologie che si presentano nel 20% in più della media.

Spesso penso ai medici di base o specialisti che si chiedevano in passato perché molti dei loro pazienti presentassero patologie o sintomi uguali, cronicità frequenti nelle nostre zone.

Penso al medico dello IOV che raccontò ad una persona con tumore alla tiroide come avesse moltissimi pazienti malati nel basso Vicentino.

Penso ai medici che identificarono anomalie, le denunciarono e non vengono ancora ascoltati.

Ora la risposta c’è l’abbiamo e lo screening c’è lo conferma.

Ma quante altre volte ci diranno che la causa delle patologie è il nostro cattivo stile di vita?
Pensate.. lo hanno detto a sportivi, a chi è vegetariano e non mangia grassi animali o a chi, con un bicchiere al giorno di vino, rischiava la cerosi epatica!

Purtroppo ho l’impressione che la giustizia sanitaria non ci sarà: la presa in carico sanitaria in corso, non serve a definire chiaramente il nesso tra Pfas e Patologie. Di questi già ci avvertiva il Dott. Fletcher, medico che si occupò del Caso Ohio.

Speriamo, quindi, nella giustizia ambientale. Ma serve iniziare a parlare di una proposta ben chiara nel nostro Veneto e di una ricerca coraggiosa: i Pfas nell’industria, vanno sostituiti!

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