Indagine Greenpeace, allarme Pfas nelle acque potabili
Gli esiti dell’indagine di Greenpeace Italia sui PFAS nelle acque potabili sono davvero preoccupanti.
Divieto universale subito
È fondamentale introdurre un divieto universale a livello europeo per eliminare tutti i PFAS, partendo dalle acque potabili e di falda, fino a coprire tutti i settori industriali. Il nostro obiettivo deve essere quello di seguire l’esempio danese, con limiti severi.
Una proposta di restrizione universale, avanzata da Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia, è attualmente al vaglio dell’ECHA nell’ambito della revisione del regolamento REACH. Ma, come svelato da Laura Fazzini nella recente inchiesta pubblicata da La Via Libera nell’ambito del Forever Lobbying Project, le aziende produttrici di PFAS si oppongono ad ogni divieto con tattiche già viste per tabacco e combustibili fossili. E i budget per le attività di lobby sono cresciuti del 30 percento solo nell’ultimo anno.
L’indagine di Greenpeace
I dati rivelati dall’indagine di Greenpeace sono estremamente preoccupanti: il 79% dei campioni analizzati contiene almeno una sostanza PFAS, con problemi particolarmente gravi in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Sardegna e Umbria. Queste sostanze sono cancerogene e hanno effetti devastanti sulla salute, soprattutto sulla crescita di bambini e ragazzi.
I limiti di legge in Italia
In Italia, manca una regolamentazione efficace per i PFAS nelle acque potabili. I valori normativi europei che entreranno in vigore nel 2026 sono già stati giudicati insufficienti per la protezione della salute. È necessario mettere limiti chiari e fare bonifiche nelle zone più contaminate e investire nella ricerca per capire come distruggere queste sostanze nei rifiuti, senza che le particelle diventino sempre più piccole e inquinanti dopo il trattamento negli inceneritori.
Stop pesticidi in agricoltura
Occorre vietare pesticidi e fertilizzanti in agricoltura, come ha iniziato a fare la Commissione europea. Ma bisogna anche investire in ricerca e sviluppo per sostenere le aziende che vogliono affrontare la conversione, eliminando le sostanze PFAS dai propri processi produttivi. Facciamo pressione sul governo italiano, affinchè prenda azioni urgenti per eliminare questa contaminazione. Occorre garantire che l’acqua che milioni di italiani bevono sia sicura per la salute. È tempo di agire per tutelare la salute e l’ambiente.
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