Ban PFAS, la petizione al Parlamento europeo
In Europa può esistere una maggioranza a favore del ban universale delle sostanze PFAS, dalla produzione al consumo. Lo dimostra la petizione discussa ieri nella Commissione Petizioni del Parlamento Europeo.
La petizione 1140/2022
A chiedere il divieto totale delle sostanze PFAS in Unione europea è la petizione n. 1140/2022, presentata da un cittadino tedesco. Grazie al sostegno dei Verdi/ALE, del gruppo S&D e dei Patrioti, la petizione è rimasta aperta nonostante l’opposizione del Partito Popolare Europeo.
La petizione, dichiarata ammissibile il 13 marzo 2023, chiede anche l’implementazione urgente del Regolamento (UE) 2021/1297, che limita l’uso di una specifica sottocategoria di PFAS (i cosiddetti “long chain PFCAs”). La Commissione Europea, nella sua risposta del 25 luglio 2023, ha riconosciuto la necessità di agire rapidamente per eliminare i PFAS, a meno che il loro uso non sia considerato essenziale per la società. Tuttavia, i piccoli passi in avanti non bastano: serve un bando completo e immediato.
Il mio intervento in aula
Ho portato in aula la voce della mia comunità, una delle più colpite dall’inquinamento da PFAS in Europa. In Veneto, nella zona rossa tra Verona, Vicenza e Padova, sono stati registrati oltre 4.000 morti legati ai PFAS. Donne in gravidanza e neonati contaminati soffrono di gravi patologie, con elevati rischi di morte precoce. Questa non è solo una crisi ambientale, ma una tragedia umana che continua a mietere vittime.
La proposta di bando attualmente al vaglio dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA), avanzata da cinque Stati membri, sta subendo un rallentamento inspiegabile: addirittura 4 anni, ben oltre gli standard previsti. Nel frattempo, le lobby chimiche aumentano la spesa per bloccare il bando: il Forever Lobbying Project ha rivelato un aumento del +34% dei budget, con un picco del +100% per la sola azienda DuPont. Una montagna di soldi a difesa di interessi privati, con metodi già visti per il tabacco e i carburanti fossili. Tutto ciò è inaccettabile: occorre un divieto completo e immediato per proteggere le generazioni future e garantire un ambiente sano.
Se vuoi approfondire l’argomento, trovi qui il video del mio intervento, a partire da 15:28:16.
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