Lessinia: il taglio delle aree protette.

19 Gennaio 2020
Ambiente

Il Parco della Lessinia sarà ridotto.

Meno 2.000 ettari, trasformati in aree contigue ➡️ il 20% dell’intero Parco.

È stato votato in Commissione Ambiente dopo l’audizione di diverse associazioni ambientaliste, agricole e amministrazioni del territorio.

Da queste audizioni emerge una enorme contraddizione:

  • I comuni richiedono all’unanimità di rivedere le regole del parco riguardo Commercio, Edilizia (es. camping) e gestione della numerosa presenza di Cinghiali.
  • La maggioranza in regione propone e vota un progetto per tagliare la superficie del parco.

Un taglio che riguarda per il 50% zone, i Vaj, che nulla hanno a che vedere con commercio ed edilizia, ma solo con una liberalizzazione della attività di caccia.

Vicolo cieco e messaggio elettorale

A me sembra sia più un modo per togliersi il problema di torno senza gestirlo, perché…

Vedete.. io vivo in una zona, quella Berica, che al contrario dei Lessini non è Protetta, nonostante la preziosità della sua biodiversità naturale.

Sui Monti Berici da anni è applicato il Piano di Eradicazione del Cinghiale, con addirittura più di 250 cacciatori formati.

Nonostante ciò, sui Monti Berici la situazione non è affatto cambiata e continuiamo a osservare, specialmente noi agricoltori, campi arati e devastazioni da migliaia di cinghiali.

Insomma, un vero fallimento che si ripete in tutto il Veneto.

Molto fumo, niente arrosto: cittadini circuiti.

Visto che la preoccupazione degli amministratori della Lessinia è il cinghiale e la sua presenza, in Veneto peggiorata dalle immissioni artificiali fatte proprio dai cacciatori, ho domandato loro ➡️ cosa sperano di ottenere dal taglio delle aree protette, se in tutto il resto del Veneto il piano di Eradicazione stilato dalla Giunta, non ha per nulla funzionato.

È evidente che la maggioranza sta vendendo fumo ai cittadini della Lessinia.

Addirittura pare siano più efficaci le azioni nel Parco dei Colli Euganei rispetto agli altri territori non protetti, non solo sui Berici, ma anche nell’area Pedemontana vicentina, sull’Altopiano: pensate alle devastazioni Lusiana Conco.

Insomma, diciamocelo: la Maggioranza ha trovato un modo per creare aspettativa e speranza di una risoluzione delle difficoltà di un territorio, utile in fase pre elettorale, ma destinato a fallire miseramente nei prossimi anni, viste le esperienze nel resto del Veneto.

Ma non solo: questa scelta testimonia il Fallimento della gestione dei parchi dalla Regione!

Se i Comuni da anni denunciano che:

  • le regole devono essere riviste,
  • i fondi non sono sufficienti,
  • i piani per la gestione della fauna sono inefficaci,

Come possiamo pensare sia serio che dei politici, per togliersi il pensiero, taglino le aree protette?

Se di tenesse allo strumento del parco naturale, riconoscendone la sua utilità, si aprirebbe un dialogo e una progettazione con i territori e le associazioni, per rivedere regole e fondi.

Evidentemente non è questo il caso e la storia dei recenti tentativi di taglio dei Parchi Veneti ce lo insegna: ecco la lista dei miei interventi a riguardo!

DAL TERRITORIO

Vi propongo 3 approfondimenti:

  • Un articolo de Il Nazionale: clicca qui
  • Un contributo molto interessante da parte di una Associazione presente in Commissione: clicca qui
  • Un estratto della delibera del Comune di Bosco Chiesanuova:

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