Bene l’adeguamento della Regione al Km Zero, su rispetto ambiente però occorre più coraggio
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Non si poteva che supportare un adeguamento della legge regionale sul chilometro zero, vista la legge nazionale dello scorso anno che ha fissato specifiche e nuove disposizioni in materia, e la presenza dei nuovi Criteri Ambientali per la ristorazione collettiva, già previsti dal Ministero.
Il km 0 fa bene a noi, fa bene all’ambiente, riducendo l’impatto della filiera. Così la Consigliera regionale Cristina Guarda di Europa Verde a margine dell
L’approvazione del Progetto di legge regionale che adegua l’ordinamento regionale alle nuove disposizioni statali, tuttavia è stato un peccato per la bocciatura delle nostre proposte emendative per consentire la promozione del consumo di frutta presso le scuole in confezioni monouso, ma ecocompatibili e per stimolare la trasparenza riguardo gli appalti delle mense, da quelle delle scuole a quelle degli ospedali, per consentire ai cittadini il controllo sulla effettiva qualità del prodotto, a chilometro zero o biologico, proposto dai vincitori degli appalti pubblici.
Ma, soprattutto, dispiace che non sia stata accolta la nostra proposta per un’agricoltura a chilometro zero libera dai pfas, un inquinamento questo che il mio settore, quello agricolo, ha pesantemente subito nei territori del basso veronese, padovano, in area berica e nella provincia di Rovigo.
Se fino ad oggi la Regione ha ignorato le domande di alcuni agricoltori e consumatori informati, ossia come produrre riducendo l’esposizione a una contaminazione diffusa ed evitare di danneggiare la salute loro e dei propri clienti, oggi la scienza e financo la regolamentazione e le indicazioni europee ci devono portare a prendere in mano la situazione.
La Regione deve quindi farsi promotrice di strategie e studi per dare risposte che non sono solo quelle di fornire acqua dell’Adige con nuovi collegamenti irrigui. L’acqua è poca per tutti, possiamo scegliere varietà, metodi di coltivazione, irrigazione e concimazione ad hoc per trattenere i pfas o ridurre l’assorbimento di pianta e frutti.
È dal 2016 che parlo in Consiglio regionale e proseguirò a proporre queste iniziative alla Giunta regionale, sperando che non ci siano pregiudizi e formalismi nei confronti di un percorso che dobbiamo intraprendere, per evitare di lasciare soli gli agricoltori.
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