I Pfas sono (anche) nel pane e nella pasta: lo studio di PAN Europe

6 Giugno 2025

Dopo il vino, anche il pane e la pasta. La nuova indagine di PAN Europe ha rivelato livelli preoccupanti di TFA (Pfas a catena corta) nei prodotti a base di cereali, tra cui biscotti, cereali per la colazione e altri alimenti di largo consumo. Tutti i campioni analizzati risultano contaminati, con concentrazioni fino a mille volte superiori rispetto alle acque potabili già compromesse.

L’Italia ospita in Veneto il più vasto caso di contaminazione delle acque da Pfas mai documentato, eppure non sta guidando la lotta contro questi “inquinanti eterni” in Europa. Mentre altri Paesi spingono per un divieto totale, l’Italia stenta a schierarsi a difesa della salute pubblica e della sicurezza alimentare.

Dallo studio emerge un dato significativo: i prodotti convenzionali contengono più del triplo dei livelli di TFA rispetto a quelli biologici. Questo dimostra che buone pratiche agricole, come l’agricoltura biologica e rigenerativa, sono strumenti cruciali per limitare la contaminazione e garantire alimenti più sicuri. È necessario sostenere gli agricoltori che adottano metodi sostenibili e accelerare la transizione verso un modello produttivo più attento alla salute dei cittadini.

Già ad aprile, PAN Europe aveva denunciato livelli preoccupanti di TFA nei vini europei, confermando la pervasività di queste sostanze. La Commissione Europea deve intervenire con urgenza, vietando i Pfas nei prodotti fitosanitari e rafforzando le misure per eliminarne la diffusione. Non possiamo più aspettare. Serve un divieto universale, dalla produzione al consumo, per proteggere il futuro dell’agricoltura europea e la sicurezza alimentare.


Leggi il comunicato stampa.

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