Il decreto Sicurezza approvato oggi al Senato introduce 14 nuovi reati, tra cui misure che colpiscono duramente il settore della canapa in Italia. Questo provvedimento mette a rischio migliaia di imprese e lavoratori, scegliendo la strada della repressione senza alcuna base scientifica o giuridica.
La filiera della canapa italiana conta circa 3.000 imprese e 30.000 addetti, ora messi in difficoltà da un divieto ingiustificato sulla coltivazione e lavorazione del fiore di canapa. Il decreto ignora le evidenze scientifiche e contraddice la giurisprudenza europea, che ha già chiarito come la cannabis light sia un prodotto sicuro e privo di effetti psicotropi.
Per questo, con il gruppo dei Verdi europei, abbiamo presentato un emendamento al Parlamento europeo per definire il fiore di canapa come prodotto agricolo, rendendo illegale qualsiasi divieto di coltivazione, raccolta e manipolazione. Se approvato, questo emendamento annullerebbe gli effetti del decreto Sicurezza.
Inoltre, il governo non ha notificato all’Unione Europea l’articolo 18 del decreto, come previsto dalla Direttiva 2015/1535 e come denunciato dalle associazioni della filiera. Questo significa che il divieto sulla cannabis light è destinato a essere disapplicato dai giudici, poiché in contrasto con il diritto comunitario. È una dimenticanza clamorosa, che dimostra quanto questo provvedimento sia stato approvato in fretta e furia, senza alcuna attenzione alle conseguenze reali per l’economia italiana e per un settore che ha portato forte innovazione nell’agricoltura.
Il governo Meloni deve smettere di ostacolare un comparto produttivo strategico e allinearsi alle normative europee. Criminalizzare la canapa significa colpire imprese, lavoratori e giovani che hanno investito nel settore. Continueremo a batterci per il riconoscimento e la tutela di questa filiera.
Leggi il comunicato stampa.
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