Resilienza idrica, strategia europea troppo debole sui PFAS
Oggi, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sulla resilienza idrica, ma il testo finale non è abbastanza ambizioso. Mancano misure forti per proteggere le acque dai PFAS, gli “inquinanti eterni” che minacciano la salute pubblica e l’ambiente. Denuncio con forza che il testo originale è stato gravemente compromesso da una serie di emendamenti, ai quali mi sono opposta totalmente.
Un aspetto critico è la cancellazione dell’obiettivo di tutela delle acque basato sul totale di PFAS. Questo apre al rischio concreto che vengano controllati solo pochissimi tra i 5 mila tipi di PFAS esistenti, indebolendo la legislazione e riducendo l’efficacia dei limiti imposti. Senza un monitoraggio completo, non possiamo garantire una vera protezione delle risorse idriche.
Inoltre, la risoluzione non va nella direzione del divieto universale dei PFAS, per il quale come Verdi continueremo a batterci in tutta Europa. Al contrario, è stata introdotta una lista di settori “critici” in cui l’uso dei PFAS sarà ancora consentito. Il problema è che questa lista è troppo generica e potrebbe lasciare spazio a ulteriori deroghe nel futuro. Così, rischiamo di allontanarci dall’obiettivo principale: eliminare completamente i PFAS dalla produzione e dai beni di consumo.
È fondamentale adottare una normativa più severa e chiara per proteggere le acque e la salute dei cittadini. Continuerò a lavorare per un’Europa più ambiziosa nella lotta contro gli “inquinanti eterni”.
Leggi il comunicato stampa.
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