Abbattimento lupi in Friuli? No al populismo, sì alla prevenzione
Invece di pensare all’abbattimento dei lupi, che non risolve nulla, la Regione Friuli-Venezia Giulia dovrebbe chiedere al governo di mantenere i fondi per la prevenzione. Dopo il declassamento del lupo da “specie rigorosamente protetta” a “specie protetta”, voluto e votato dalle destre, le Regioni rischiano di non avere più accesso ai fondi comunitari, che ora saranno dirottati verso altre specie. È allarmante che in Friuli si parli già di “abbattimenti selettivi” come soluzione, senza considerare le reali conseguenze.
L’abbattimento dei lupi si è dimostrato meno efficace rispetto alle misure preventive, che servono a rieducare il comportamento degli animali e migliorare la coabitazione con l’uomo. La Commissione Europea ha chiarito che la via migliore per limitare le perdite nel bestiame, dopo la riconquista dei territori da parte dei lupi, è rappresentata da interventi preventivi, non da abbattimenti indiscriminati.
Il ricorso alla caccia selettiva è un atteggiamento populista e antiscientifico. Studi dimostrano che strumenti come reti elettriche, sistemi deterrenti e recinzioni specializzate possono ridurre significativamente i danni al bestiame, garantendo una protezione efficace e sostenibile per le comunità rurali. Le Regioni dovrebbero investire in queste soluzioni, invece di alimentare un dibattito basato su slogan inefficaci.
Come eurodeputata dei Verdi e agricoltrice, sostengo un approccio concreto e scientificamente fondato per la convivenza tra uomo e lupo. Gli amministratori regionali devono promuovere strategie intelligenti e realmente efficaci, evitando scorciatoie inutili e dannose per l’ambiente.
Leggi il comunicato stampa.
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