Fertilizzanti russi, ok ai dazi: obiettivo sia ridurne l’uso
La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha approvato l’aumento dei dazi sui fertilizzanti russi e bielorussi. È una misura necessaria, che abbiamo sostenuto con forza, per ridurre la dipendenza dell’Europa da forniture geopoliticamente problematiche e per bloccare i flussi finanziari destinati a sostenere le politiche del regime di Putin e l’industria bellica russa.
Come Verdi, abbiamo lavorato assieme a Popolari, Socialisti, Renew e perfino ai Conservatori per contrastare il tentativo dei gruppi politici filorussi di annacquare questa proposta. Tuttavia, riteniamo gravissimo che i Popolari abbiano affidato questo delicato provvedimento ai Patrioti, il gruppo più filorusso del Parlamento Europeo, dando loro maggiore margine di manovra.
Ci siamo astenuti nel voto finale: condividiamo l’aumento dei dazi, ma non possiamo accettare che questa proposta venga usata come pretesto per indebolire la direttiva nitrati e rilanciare la produzione europea di fertilizzanti come unica soluzione. Ridurre le importazioni dalla Russia è necessario, ma sostituire una dipendenza con un’altra non risolve il problema. Restiamo legati al gas fossile e ai fornitori esterni, e questo non aiuta gli agricoltori quanto si vorrebbe far credere. A guadagnarci, ancora una volta, è l’industria.
Questa è un’occasione mancata per costruire una vera strategia europea che aiuti gli agricoltori a ridurre i fertilizzanti, abbattere i costi e garantire maggiore autonomia alle aziende. L’attuale modello agricolo è inefficiente, costoso e inquinante. I fertilizzanti pesano sui bilanci degli agricoltori e sull’ambiente. È tempo di promuovere pratiche più sostenibili come il biologico e l’agroecologia, che dimostrano ogni giorno che è possibile produrre cibo sicuro senza dipendere da un’industria ad altissimo impatto.
Leggi il comunicato stampa.
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