Pfas – Picogrammi: avere la tecnologia e non dichiararlo è un fatto gravissimo

24 Aprile 2019
Contaminazione da Pfas

Secondo voi siamo a Zero Pfas?

Immaginate che per ognuno dei 12 pfas ricercati nelle analisi dell’acqua in Veneto, sui quasi 4000 esistenti, sia presente in una quantità di 4 ng/l, premettendo che il limite di rilevabilità odierno è di 5 ng/l: avremmo una somma pari a 48 ng (quasi 50 ng/l se arrotondiamo) nella nostra acqua.

Secondo voi siamo a Zero Pfas? No. Purtroppo fino ad oggi le rilevazioni dei pfas nelle acque hanno un limite preciso: non vanno oltre i 5 ng/l e non possono garantire quindi a livelli di garanzia per la salute dei cittadini super-esposti dell’area rosa. Infatti, le indicazioni Efsa, per quanto riguarda le concentrazioni cautelative di pfoa dell’acqua, ci conferma che i bambini non sarebbero ancora adeguatamente protetti, ponendo per loro un limite cautelativo di 1,7 ng/l.

E pensare che nella zona contaminata, per i prossimi decenni, dovremmo avere esposizione veramente pari a zero, non solo nell’acqua, se vogliamo davvero velocizzare il tempo di dimezzamento di queste sostanze nel nostro sangue.

 

Dopo la mia interrogazione, arriva il nuovo comunicato dalla Regione.

La notizia dell’abbassamento del limite di rilevabilità dei Pfas da 5 a 2 ng litro a molti parrà positiva, lo capisco, ma evidentemente emerge un fatto gravissimo, come spiego in questa INTERROGAZIONE (che precede stranamente il comunicato della Regione!), dove chiedo delucidazioni sulle analisi in picogrammi dei Pfas: dallo scorso anno la Regione è in grado di analizzare le concentrazioni sotto i nanogrammi.

Infatti, Arpav Venezia esegue già le analisi per le acque di falda e superficiali della regione Umbria rilevando, per i Pfoa, addirittura fino a 0,25 ng al litro, ossia 25 picogrammi. Ciò tuttavia non lo fanno per le analisi delle nostre acque di rubinetto.
Questa scelta testimonia come i nostri laboratori possano andare ben sotto il livello oggi promosso con la notizia divulgata dalla Giunta, ossia il limite di rilevabilità 2 ng/l.

 

Questa novità, a mio avviso, è in realtà allarmante:  conferma come la nuova tecnologia dal 2018 in mano ad Arpav, non è stata né condivisa né promossa, magari perché i dati che ne sarebbero usciti avrebbero confermato solo che i filtri hanno un limite nell’abbattimento dei pfas e la propaganda “Zero Pfas” sarebbe smentita.

Avere la tecnologia e non dichiararlo è un fatto gravissimo.

La regione sta cercando prima di intensificare il ricambio dei filtri e solo dopo dire che sono sicuri, usando la “nuova” tecnologia per le analisi. Potremmo addirittura credere che le analisi delle acque in picogrammi siano già state fatte e non portino buone notizie, per cui scelgono di raddoppiare visto il ricambio dei filtri!

Che tutela è, quella di una regione che continua a darci notizie a metà, poco trasparenti e nascondendo le proprie reali opportunità ed i rilievi alla gente?

 

Insomma, alla luce i queste notizie si deduce che un anno fà avremmo già potuto implementare il sistema di analisi e le relative azioni sui filtri, anche quelle ora promosse, e addirittura che già 6 anni fa avremmo potuto già avere non solo limiti cautelativi ma almeno l’inizio di una progettazione per nuove fonti o magari qualche stralcio di nuovo acquedotto già in funzione.

Tutto ciò evitandoci questo caos, visto che fino alla scorsa settimana, per la Giunta, la nostra acqua era già a Pfas Zero, mentre oggi, con questi comunicati, ci induce a pensare fossero fake news, per tranquillizzare la gente, senza qualsiasi spiegazione sul perchè ci sia la necessità di raddoppiare la rigenerazione dei filtri!

 

Potremmo quindi essere felici, sì, ma non mi sento affatto tranquilla nell’affidare la gestione delle nostre acque a chi continua a promuovere comunicati rassicuranti, con dichiarazioni evidentemente raggiranti.

 

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4 risposte a “Pfas – Picogrammi: avere la tecnologia e non dichiararlo è un fatto gravissimo”

  1. Grazie Cristina! Per fortuna non siamo i soliti solo da querelare ma qualcuno ci sostiene nel rivendicare un ambiente sano. Quanto sarebbe più corretto, da parte di chi sta decidendo tutto, ammettere di aver sbagliato e stare finalmente dalla parte dei cittadini!

  2. Che la regione e l’Arpav continuino a mettere la polvere sotto il tappeto è cosa nota da anni, ottimo lavoro Cristina

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