Agricoltura e Pfas – Lega assente: si riparta da dieta e imprese!

15 Agosto 2019
Agricoltura

Se la risposta della regione per aiutare le aziende agricole del territorio contaminato è lo stanziamento fittizio di 3 milioni nel PSR, allora siamo a posto!

Nel PSR i fondi non erano vincolati alle aziende della zona rossa, né vi è stata una campagna informativa e di accompagnamento degli imprenditori a scelte di investimento utili a questo e non c’è da stupirsi se nessuna ha investito: se fino ad ora la Regione ha continuato a dire, semplificando, che non ci sono problemi per i prodotti agricoli, quale azienda farebbe un investimento per intervenire sul proprio sistema di irrigazione?

Solo quelle più lungimiranti, e alcune le conosco, ma si sono arrangiate da sole, ben prima dell’uscita della misura PSR, perché lasciate sole.

 

Inutile, quindi, questa misura. Per questo da tempo sollecito l’assessorato: giusto che finalmente, dallo scorso anno, abbia iniziato a lavorare con i consorzi di bonifica (proposta da me avanzata già nel 2016!), ma l’agricoltura è fatta di molti pozzi privati e non solo di reti irrigue.

 

Per questo, non solo dal 2015 chiedo che i 2 assessorati, agricoltura e sanità, si parlino e condividano progetti di coordinamento fra le parti, ma più volte ho proposto anche di stilare una mappa sulla “zona rossa agricola”, che non coincide affatto con quella degli acquedotti, come pensa la Giunta regionale.

 

Infine invece di ricercare solo la concentrazione di pfas in qualche prodotto agricolo, dato poco utili dal punto di vista scientifico se analizzato da solo, lo studio sugli alimenti dovrà essere considerato secondo le abitudini alimentari dei cittadini, specialmente quelli delle aree contaminate, cioè per assunzione giornaliera e non per singolo alimento.

Magari questo potrà servire anche all’assessore alla sanità, per capire il perché i risultati riguardo il tempo di dimezzamento dei pfas nel sangue, non sono quelli che si aspettava: i pfas hanno contaminato un ambiente, non solo l’acqua!

 

Sempre che ciò interessi realmente, visto che è da tempo che noto come serva sputare sangue pur di avere una qualche reazione della Regione, a tutela dei cittadini del Veneto, non solo quelli contaminati dai Pfas. Temo purtroppo sia solo una questione di priorità ed utilità politica.

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