PFAS – Piccole modifiche al piano di sorveglianza: INCOMPLETE!

21 Maggio 2018
Ambiente

“Pfas, finalmente il nuovo Piano di sorveglianza. Ma l’azione della Regione continua a essere in ritardo e incompleta”

 

Sicuramente una buona azione attesa che arriva però incompleta. La Regione non può intervenire solo come reazione alla pressione dei cittadini unita a quella mediatica: dovrebbe lavorare per il bene comune sempre e con una visione d’insieme.

Leggo l’approvazione della delibera con cui la Giunta va a modificare “leggermente” il Piano di sorveglianza sulla popolazione esposta a sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), ampliando le aree di impatto e d’attenzione e allargando lo screening alla popolazione pediatrica. Entrambe le questioni le avevamo sollevate da tempo, sia ai tecnici che ai politici, ma evidentemente all’epoca non interessava granché.

Su tutta la vicenda Pfas la Regione si è mossa in ritardo e le azioni continuano ad essere lacunose. Mancano per esempio risposte chiare per territori come Arzignano e Montecchio Maggiore, che pescano e distribuiscono acqua pubblica nella zona del plume di contaminazione, ancora non inserite nel biomonitoraggio: direi che i tempi sono maturi per rivedere questa decisione senza dover attendere ulteriori mesi o anni. A marzo, su questo punto, abbiamo presentato un’interrogazione, ma siamo sempre in attesa di sapere le intenzioni della Giunta.

Inoltre lo screening è rimasto solo per le zone rosse, mentre molti cittadini si aspettavano l’estensione anche in alcuni comuni compresi nelle aree confermate arancioni: suggerisco sempre la presa in considerazione della mia proposta di inserire questi territori confinanti almeno in un piano di controllo su campione della popolazione, anziché inserirli nel biomonitoraggio di massa.

Alla fine, si vede che non c’è una visione di insieme che integri il fattore sanitario con il problemi ambientali e legati all’agricoltura. Occorre preoccuparsi di territori che sebbene siano a posto dal punto di vista acquedottistico, come Montecchio Maggiore o San Bonifacio, hanno comunque non pochi problemi con i pozzi privati contaminati. È necessario dare pari dignità a tutti gli agricoltori e dare risposte quelle famiglie non collegate all’acquedotto. Andare avanti così, a piccoli passi dettati dall’emergenza di accontentare e assecondare parzialmente la protesta popolare non è un buon modo di fare politica né di tutelare un territorio e i suoi abitanti.

Inoltre, aspettiamo da mesi la relazione conclusiva del piano di monitoraggio degli alimenti, che la regione ha parzialmente divulgato sulla stampa a dicembre, ma dove è finito il report completo? Speriamo non in un cassetto!

Qui sotto la nuova cartina aggiornata e la delibera della Regione

Leggi la Delibera sulla modifica alla Dgr2133

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