Blue Tongue – Con la primavera torna alto il rischio di contagio

14 Febbraio 2017
Agricoltura

Con la primavera torna il rischio Blue Tongue.

La Regione non pecchi di ulteriori ritardi e chiarisca fin d’ora la strategia per contrastare il virus.

Dopo che, colpevolmente, la Regione ha fatto partire con grave ritardo la campagna di vaccinazioni per fronteggiare il virus, ora il governo regionale ha il dovere di dire con chiarezza quali strategie voglia adottare per gestire una situazione che è ancora emergenziale. Basti pensare che alla data del 10 febbraio sono stati confermati in totale 387 focolai in Veneto (fonte dalla Rete di sorveglianza epidemiologica del Veneto)  e che, complessivamente, sono 155 i Comuni ad essere interessati dal Blue tongue.

Non solo è opportuno valutare l’ipotesi di rendere obbligatori e accessibili i vaccini contro la ‘Blue tongue’ per ovini e caprini, espletando la funzione regionale della sicurezza e prevenzione veterinaria, ma la forte sottolineatura riguarda soprattutto la necessità di stabilire anche come gestire il virus nella categoria bovini, chiarendo se l’obiettivo sia quello del debellare attraverso le campagne vaccinali o della convivenza con il virus.

Nel caso in cui mancassero le risorse necessarie per perseguire l’obiettivo della totale copertura vaccinale, è necessario che la Regione intervenga per ridefinire le restrizioni alla movimentazione dei capi e verificare l’endemicità del virus, senza sottovalutare gli aspetti penalizzanti che l’attuale situazione provocherebbe, sul fronte degli scambi commerciali, per numerose aziende di settore della nostra regione.

 

Di qui la richiesta alla Giunta regionale di individuare una strategia di interventi urgenti, da attuare  per contrastare l’espansione del virus, una volta trascorso il periodo di latenza invernale, e per il superamento dell’emergenza. Bisogna uscire da una situazione nella quale si è registrato un preoccupante abbandono degli allevatori da parte della Regione.

 

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